Siepi, alberi ed erba alta costituiscono gli ambienti nei quali la Zanzara Tigre adulta si riposa e si ripara, pronta ad entrare in azione al passaggio dell’essere umano o di un’altra preda; non costituiscono i focolai, ovvero i luoghi di sviluppo e proliferazione.
Pertanto, può essere utile potare o tagliare siepi, alberi ed erba alta, ma ciò non costituisce una soluzione al problema.
È invece necessario eliminare i ristagni d’acqua.
Zanzara tigre
Elenco FAQ
La zanzara riconosce le sue prede dall'odore di alcune sostanze emesse dal corpo, quali l’odore corporeo e l’acido lattico contenuto nel sudore, l’anidride carbonica emessa durante la respirazione, la temperatura che circonda il bersaglio, ecc.
Inoltre, la Zanzara Tigre è indirizzata sulla vittima anche da altri segnali visivi: forma corporea in movimento, colori scuri, ecc.
Nel nostro Paese, la puntura di Zanzara Tigre non è veicolo di alcuna malattia infettiva, ma semplicemente fonte di fastidio.
Essa causa la comparsa di pomfi pruriginosi più o meno numerosi ed importanti a seconda della sensibilità del soggetto.
Anche eventuali reazioni allergiche, infezioni o innalzamento della temperatura corporea (nella peggiore delle ipotesi) sono sintomi sempre curabili con antistaminici; in questi casi, comunque, si consiglia di rivolgersi al medico di base.
Per alleviare il fastidio e il prurito procurato dalla puntura di questo insetto, si consiglia semplicemente di lavare e disinfettare la zona punta, fare impacchi con ghiaccio o all’occorrenza applicare una crema antistaminica o cortisonica.
Nei bambini e nei soggetti più sensibili, la puntura di zanzara tigre può talvolta creare reazioni allergiche o infezioni localizzate, con possibile innalzamento della temperatura corporea: anche queste manifestazioni possono essere facilmente curate, consultando in questo caso il medico di base.
La Chikungunya è una malattia virale acuta, di origine tropicale, che ha caratteristiche similinfluenzali quali: febbre, cefalea, nausea, stanchezza e soprattutto dolori articolari.
Accanto ai sintomi simil-influenzali e ai dolori articolari, nella maggior parte dei casi compaiono pomfi pruriginosi, che possono arrossarsi ed essere molto fastidiosi.
Generalmente, la malattia ha andamento benigno: i sintomi si risolvono in 3/5 giorni, anche se il senso di stanchezza e i dolori articolari possono persistere per più tempo. Per la cura di questo virus, non esistono trattamenti specifici; si usano solo farmaci sintomatici come: anti-piretici, anti-infiammatori (ad eccezione dell’aspirina), riposo a letto, reintroduzione di liquidi (ove necessario).
Il virus responsabile della Chikungunya è un togavirus (arbovirus) che viene veicolato e trasmesso dalla Zanzara Tigre. Questa zanzara può trasmettere l'infezione pungendo una persona malata in fase acuta: in questo modo si infetta e, pungendo un'altra persona, può trasmettere il virus. Il virus in questione, però, non si trasmette da persona a persona con i normali contatti della vita quotidiana.
La febbre da Chikungunya fu segnalata la prima volta nel 1952 in Tanzania, a seguito di alcuni focolai epidemici, che in periodi successivi furono registrati anche in Asia ed in Africa.
Nelle ultime settimane di agosto 2007, la Chikungunya è stata notificata anche in alcune frazioni dell'Emilia-Romagna (provincia di Ravenna), presumibilmente importata da un soggetto che aveva soggiornato all'estero (India), dove aveva contratto la malattia.
In Lombardia non esistono focolai di questa malattia.
L’attività della Zanzara Tigre è massima nella fascia oraria che va dal tramonto all’alba.
Tenendo conto di questo e dei segnali che inducono le zanzare a pungere un soggetto piuttosto che un altro (vd. Domanda n. 9), è bene seguire alcuni accorgimenti e misure precauzionali, quali:
- vestirsi con indumenti chiari e in fibre naturali, che coprano la maggior parte del corpo, ogni qual volta si frequentano spazi aperti e/o circondati da verde;
- non utilizzare profumi o deodoranti ad essenze dolci che attirano le zanzare e lavarsi preferibilmente con sapone neutro o di Marsiglia;
- evitare le aree a maggior rischio di infestazione (zone verdi e con ristagni d’acqua), quando si fa attività fisica;
- coprire le parti del corpo che rimangono esposte con repellenti per le zanzare;
- alloggiare in ambienti con climatizzatore o in assenza di questo fare uso di zanzariere;
- in casi estremi, spruzzare insetticidi a base di piretro o permetrina nelle stanze dove si soggiorna o fare uso di diffusori di insetticida elettrici, avendo cura di areare i locali prima di soggiornarvi.
Sono disponibili presso le farmacie, i centri commerciali ed i negozi specifici prodotti larvicidi in pastiglie (composto chimico e composto biologico), facili da utilizzare e non tossici. È sconsigliato l’utilizzo di altri prodotti adulticidi specifici per la Zanzara Tigre, in quanto possono risultare altamente tossici o dannosi per l’uomo e per l’ambiente. In ogni caso, contro la Zanzara Tigre adulta si possono utilizzare i normali insetticidi e repellenti cutanei in commercio, usati anche contro la zanzara comune.
L’adulto di Zanzara Tigre non ha dimensioni maggiori delle zanzare comuni, ma si distingue da queste ultime soprattutto per il suo aspetto e per le sue abitudini, oltre che per la sua maggiore aggressività. La Zanzara Tigre, che agisce soprattutto di giorno e che non ronza in volo, è facilmente riconoscibile per il suo colore nero, la presenza di una linea longitudinale bianca sul dorso e per le caratteristiche bande bianche su zampe e addome.
Il rame non è il metodo di lotta più efficace contro la Zanzara Tigre, pertanto va utilizzato solo per contenitori e vasi che non possono essere rimossi, nella proporzione di 20 grammi per ogni litro d’acqua.
I fili di rame, che risultano tossici per la Zanzara Tigre, vanno depositati lungo tutto il perimetro del vaso/sottovaso in modo da garantire una distribuzione uniforme dell’effetto. I filamenti di rame devono essere sostituiti quando si ossidano, cioè quando diventano verdi.