Il 18 ottobre, al Teatro Monteverdi, presentazione del libro "La piana dei ciliegi"

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La piana dei ciliegi, ultimo libro del giornalista Roberto Fiorentini, sarà presentato venerdì 18 ottobre, alle 17:30, al Teatro Monteverdi, nell’ambito della rassegna Letture su Po giunta alla quinta edizione. Insieme all’autore interverrà il critico letterario Claudio Ardigò. L’ingresso è libero e gratuito.

Nella sua ultima opera l’autore tratteggia un viaggio tra le sponde cremonesi e sopratutto piacentine, che, di anno in anno, producono le migliori ciliegie del nord Italia. Una piana non solo ricca di frutti, ma anche di storie, tradizioni, aspetti folkloristici che aprono a nuove visioni del nostro territorio, sulle tracce dell’artista Giuseppe Verdi, personaggio fondamentale per la storia dei nostri territori, amante in modo particolare dei frutti da cui prende il nome la pubblicazione.

Il libro colpisce in particolare per la narrazione di aspetti storici, quanto di avvenimenti in per certi versi bizzarri, come quello che avviene in una chiesa della golena, dove l’organo improvvisamente si mette a suonare a suonare da solo, oppure la storia del fantasma che aleggia in S. Pietro in Cerro, o ancora la presenza di un importante pittore nella vicina chiesetta della frazione di Cignano, amico di Raffaello Sanzio.

Una distesa ininterrotta nella quale però ogni anno accade una magia sboccia una fioritura meravigliosa, e di lì a poco nascono frutti di un colore acceso e vivace. È il colore della passione e dell’amore quello delle ciliegie che nella piana narrata da Fiorentini hanno assistito a storie millenarie di condottieri e di personaggi stravaganti, di nobili e di poveracci animati dalla stessa dignità, da imprese differenti – alcune finite nei libri di storia, altre nelle cronache locali - ma non meno importanti. Frutti oggi conosciuti e amati così come lo sono le opere di Verdi. Capolavori nati dalle medesime radici che oggi come allora incantano il mondo, di sapore e di musica. Roba da far invidia a Čechov”, così scrive Roberto Codazzi a proposito del libro di Roberto Fiorentini.

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