Giardino Giovanni Palatucci

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Il giardino, di circa 2.500 mq, è situato nel Quartiere 16 (Centro), in via Dante, davanti alla Stazione ferroviaria.

ATTREZZATURE E SERVIZI

  • fontanelle
  • panchine
  • area wi-fi
  • postazione bike sharing

SPECIE ARBOREE

  • Tilia Europaea
  • Cedrus Atlantica
  • Magnolia Grandiflora
  • Picea Abies
  • Cedrus Deodara
  • Liquidambar Styraciflua
  • Aesculus Hyppocastanum
  • Quercus Rubra
  • Maclura Pomifera
  • Cleredendrum Trichotomum Thunb
  • Sophora Japonica

    5 esemplari monumentali presenti sul lato ovest del giardino censiti alla scheda n. 45 dell'elenco stilato da Regione Lombardia ai sensi del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 23.10.2014 per la monumentalità della forma.

STORIA e CARATTERISTICHE TECNICHE

La stazione di Cremona entrò in servizio il 1º maggio 1863, all'attivazione della linea proveniente da Treviglio. In origine aveva un fabbricato viaggiatori provvisorio, in legno, posto all'incirca all'altezza della via Fabio Filzi; nel 1875 venne costruito il fabbricato definitivo in muratura, posto circa nella posizione attuale.

la storia della piazza fine '800 - inizi '900

La vicenda della formazione e delle successive trasformazioni della Piazza della Stazione di Cremona è caratterizzata dalla dialettica tra un processo di continuo e rapido aggiornamento dei percorsi destinati ai pedoni, alle vetture e successivamente delle tramvie dirette ai nuovi terminali e l’espressione di una volontà civica decisa a dotare il nuovo spazio pubblico di un disegno urbano unitario, degno della nuova dimensione cosmopolita della città di fine ottocento.

Il rapporto morfologico tra il nuovo edificio viaggiatori e il margine settentrionale della città compreso tra gli assi di Porta Milano e Porta Venezia interessato dall’abbattimento delle mura e l’apertura dell’asse di via Palestro, condiziona l’iniziale processo di definizione formale della piazza fino al sostanziale consolidamento dell’assetto attuale.

Dopo un primo progetto che prospettava già la demolizione del bastione della Fiera e realizzazione di un viale unico di ingresso al piazzale disposto diagonalmente al prospetto della stazione sull’asse della via Palestro, la Società delle Ferrovie dell’Alta Italia dà attuazione ad una soluzione che prevedeva un primo allargamento del piazzale (di m. 36x100) e lo spostamento del viale d’accesso al centro, in asse con l’edificio viaggiatori.

Tale soluzione, inadeguata sia a supportare la circolazione delle vetture in arrivo e in partenza dal piazzale, sia a caratterizzare il nuovo spazio urbano, viene abbandonata in fase di realizzazione per dare attuazione ad un nuovo progetto più esteso promosso dalla Giunta Municipale che, avvalendosi della consulenza del Prof. Giuseppe Roda, decide di “destinare quest’area a giardino, escludendo ogni spesa di lusso, curando il comodo e l’estetica strettamente necessaria” (Ass. Puerari al Consiglio Comunale 2.12.1886).

Giuseppe Roda, già direttore del Parco di Racconigi, nonché autore dei giardini pubblici di piazza Roma, elabora per il piazzale della stazione tre distinte proposte progettuali, tutte riconducibili all’idea di trasformare l’area del piazzale in un moderno “square”, secondo la definizione che gli stessi fratelli Roda, nel loro “Manuale del giardiniere fioricoltore e decoratore di giardini”, danno alla “piazza ridotta a giardino naturale per il pubblico passeggio”.

Adeguando la composizione del piazzale della stazione alle esigenze celebrative dell’Unità d’Italia (in molte città le insegne della recente costittuzione dell’Italia unitaria sono associate all’insediamento delle stazioni ferroviarie) il primo progetto imposta tutta la composizione planimetrica e prospettica sulla centralità del monumento a Garibaldi (1885).

Decaduta l’idea di inserire nel nuovo piazzale il monumento, nel 1886 vengono successivamente sottoposte alla Giunta comunale due nuove soluzioni, una caratterizzata da una planimetria geometrica, strutturata sull’asse prospettico centrale dell’edificio viaggiatori e da una differenziazione dei percorsi, l’altra caratterizzata da un disegno più libero, con una grande aiuola centrale definita dalle curvature dei due viali per l’arrivo e la partenza delle vetture. Al termine del dibattito viene approvato all’unanimità questo secondo progetto che più si adatta a sostenere il funzionamento della viabilità.

La struttura formale della piazza sistemata a giardino secondo il disegno di Roda, rappresenta una scelta definitiva che ha fissato stabilmente l’immagine della piazza. Le modifiche derivanti dai successivi adattamenti, ridimensionamenti, addizioni, deformazioni imputabili al progressivo addensamento di funzioni e infrastrutture sul piazzale stesso e sulle aree limitrofe alla stazione, hanno alterato solo marginalmente il disegno iniziale che ha sostanzialmente tenuto nella sua struttura fondamentale, rivelando la sua capacità di supportare le trasformazioni. Tra gli interventi più significativi vi è certamente l’introduzione del binario anulare delle tramvie a ridosso dell’aiola centrale e il successivo progetto per una passerella pedonale di collegamento ttra la stazione e la via Palestro. Quest’ultima, insieme alla realizzazione dei marciapiedi che interessano il lato ovest della piazza e il bordo sud in corrispondenza di via Dante, segnano la necessità intervenuta nel 1915 di supportare anche i percorsi pedonali con una specifica infrastruttura che ne salvaguardi la sicurezza.

Il monumento a Giuseppe Garibaldi, prima disposto nell’omonima piazza, viene trasferito nella piazza della stazione solo nel 1908 e collocato nell’aiola centrale in posizione eccentrica rispetto all’asse dell’edificio viaggiatori.

2007: il rifacimento della piazza

Il Comune di Cremona nel 2007 ha indetto un “Concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione dell’ambito dell’area della Stazione Ferroviaria di Cremona”, di cui è risutato vincitore il gruppo di progettazione guidato dall'architetto Fabio Nonis.

Il piazzale della stazione viene riqualificato come piazza pubblica pedonale, interamente sistemata a giardino, completando ed estendendo le aiuole esistenti alle ampie superfici prima destinate al transito degli autoveicoli. La trasformazione si è orientata per superare la condizione di marginalità e restituire la piazza alla città come luogo pubblico rinnovato nella sua immagine, con attrezzature e apparati di illuminazione adeguati alla sua nuova configurazione.

Con il compimento del processo di dismissione e trasferimento delle infrastrutture tecniche presenti nel piazzale della Stazione si profila dunque la possibilità di riqualificare lo spazio pubblico portando a compimento un altro processo, quello avviato dal progetto di Giuseppe Roda, che ha fissato l’identità formale della piazza nel disegno di un giardino fino ad oggi rimasto incompiuto.

La riqualificazione ha ridefinito dunque la piazza della Stazione completando lo “square” delineato da Roda secondo i criteri del giardino paesaggistico ottocentesco. Il nucleo restaurato dei giardini esistenti viene conservato, incluso e assunto come matrice morfologica per la composizione della nuova estensione sull’intera piazza. Il tracciamento delle nuove aiole genera una nuova rete di percorsi che guida i flussi pedonali prevalenti tra i diversi recapiti e attraversamenti della piazza e dispone, in corrispondenza degli incroci, i luoghi per la sosta.

I principali coni visivi sul monumento a Garibaldi sono conservati e restaurati grazie allo spostamento di tre alberi di magnolia.

Il progetto dei viali, delle aiole, degli arredi e dei servizi persegue in generale l’obiettivo di ricreare e diffondere condizioni di comfort.

Per pavimentare i percorsi e per definire i perimetri delle aiole è stato scelto un unico materiale lapideo (la pietra grigia di Sarnico)

La pensilina per l’attesa degli autobus e le attrezzature per la sosta delle biciclette, potenziate e ridistribuite sull’area, sono completate da semplici coperture metalliche.

Tutti gli elementi di arredo e di illuminazione sono coerenti con il nuovo ambiente urbano e sono stati scelti secondo criteri di semplificazione formale e di decoro.

Nel 2016 è stato installato un violino di otto metri di altezza in acciaio inox che muta colore a seconda delle variazioni di luce, progettato dall'architetto Giorgio Palù e realizzato dalla ditta Steel Color; questa creazione artistica è stata denominata “l'anima della città”.

intitolazione a Giovanni Palatucci

Il Giardino è intitolato a Giovanni Palatucci, Giusto tra le Nazioni (Delibera di Giunta Comunale 139/2011).
Medaglia d'oro al merito civile per aver salvato la vita ad ebrei durante la seconda guerra mondiale e per questo nominato "Giusto tra le Nazioni", Giovanni Palatucci (1909-1945) è anche venerato col titolo di Servo di Dio della Chiesa Cattolica. La scelta della Stazione Ferroviara per ricordare la figura di questo servitore dello Stato, "martire in odio della fede", è stata dettata dal fatto che Palatucci, Commissario di Pubblica Sicurezza, reggente la Questura di Fiume, si prodigò in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l'arresto e la deportazione anche attraverso il dirottamento verso altre destinazione di treni nei quali erano stati costretti a salire.

i monumenti presenti nel giardino

Monumento a Garibaldi
“La statua, del 1886, è opera dello scultore Andrea Malfatti e si trova in questa sede dal 1945, dopo esservi già stata dal 1907 al 1938.
In origine la scultura era collocata nella piazzetta S. Agata a fianco del palazzo Cittanova e fu spostata nel momento in cui i cittadini cremonesi, negli anni trenta, difesero il palazzo Cittanova che minacciava di essere distrutto per realizzare una piazza solo per il monumento a Garibaldi.” (1)

Monumento a Giovanni Palatucci
Il 27 aprile 2012 è stato inaugurato il monumento a Giovanni Palatucci “Giusto tra le Nazioni”, realizzato da Agostino ed Anna Ghilardi, due scultori di Crema.

Violino
Nel 2016 è stato installato un violino di otto metri di altezza in acciaio inox che muta colore a seconda delle variazioni di luce, progettato dall'architetto Giorgio Palù e realizzato dalla ditta Steel Color; questa creazione artistica è stata denominata “l'anima della città”.

Fonti:
(1) Parole di Pietra – Storia guidata di Cremona incisa sui muri di Gianluigi Boldori e Federico Zovadelli Cr.Ar.T (Cremona Arte e Turismo) ottobre 2013