Parco del Vecchio Passeggio

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giochi inclusivi per bambinifontanellapanchinearea canil'accesso al parco è diurnoarea wi-fi

Il parco, di circa 17.400 mq, è situato nel Quartiere 16 (Centro), a nord della città nelle vicinanze della stazione ferroviaria e vi si accede da viale Trento e Trieste 35b e da via Gioconda 5 ed è il più grande parco del centro cittadino.

Orari di apertura del parco: dal lunedì alla domenica, dalle 7.30 alle 19.30.

ATTREZZATURE E SERVIZI

  • Giochi inclusivi per bambini (piccoli e grandi)
  • 2 fontanelle
  • Panchine
  • Area cani (1.200 mq)

Nella palazzina del parco ha sede, dal 2012, la "cittadella dei servizi alla persona", spazio di proprietà del Comune che è stato assegnato ad associazioni che operano nell'ambito dei servizi alla persona.

SPECIE ARBOREE

  • Celtis Australis
  • Magnolia Grandiflora
  • Ailanthus Altissima
  • Picea abies
  • Prunus Padus
  • Ulmus Pumila
  • Gleditsia Triacanthos
  • Paulownia Tomentosa
  • Prunus Serulata "Amanogawa"
  • Cercis Siliquastrum
  • Taxus Bacchata
  • Liriodenderon Tulipifera
  • Tilia Europaea
  • Liquidambar styraciflua
  • Robinia Pseudoacacia
  • Koelreureuteria Paniculata
  • Acer Negundo
  • Populus Nigra "Italica"
  • Metasequoia Glyptostroboides
  • Alnus Glutinosa
  • Sophora Japonica "Pendula"
  • Acer Platanoides "Crimson King"
  • Fagus Sylvatica "Purpurea"
  • Fagus Sylvatica "Pendula"
  • Acer saccharinum
  • Celtis Occidentalis
  • Prunus Cerasifera "Nigra Pissardii"
  • Aesculus Hyppocastanum
  • Betula Pendula "Tristis"
  • Ligustrum Japonica
  • Thuja Orientalis
  • Cedrus Atlantica
  • Tilia Cordata
  • Tsuga Diversifolia
  • Cedrus Deodara
  • Ostrya Carpinifolia
  • Albizia Julibrissin
  • acer Negundo Varigatum
  • Ginkgo Biloba
  • Quercus Robur
  • Cedrus Libani
  • Sophora Japonica
  • Sophora Japonica "Pendula"
  • Quercus Coccinea
  • Pyrus Communis
  • Fraxinus Ornus
  • Platanus Hybrida
  • Prunus Avium
  • Platanus Occidentalis
  • Betula Nigra

STORIA e CARATTERISTICHE TECNICHE

Il Parco del Vecchio Passeggio, in memoria dell’antico Passeggio Pubblico, è il più grande parco del centro storico di Cremona.

Le vicende storiche che ne hanno influenzato l’attuale struttura, le dimensioni e la conformazione sono strettamente legate all’evoluzione degli edifici che, in parte ancora oggi, si trovano intorno o all’interno del Parco.

Le notizie di cui disponiamo circa l’origine del parco risalgono al 1301, quando i frati francescani che avevano fissato la loro dimora all’interno delle mura settentrionali, decisero di adibire ad orto il terreno di loro competenza. E’, invece, del 1582 la prima immagine cartografica in cui è visibile l’area verde, delimitata dalle odierne via S. Antonio del Fuoco, Viale Trento e Trieste, via Gioconda e dalla Chiesa di S. Francesco. Sono stati, inoltre, rinvenuti alcuni contratti stipulati tra il XVI secolo ed il XVIII secolo tra i frati ed un contadino che avrebbe coltivato l’orto.

La struttura e le dimensioni dello spazio verde restarono pressoché immutate da questo periodo fino ai primi decenni del sec. XX, nonostante qualche importante intervento, quale l’acquisto di alcuni edifici che vennero poi demoliti per aumentare la superficie del giardino. Viceversa, all’epoca dell’Imperatore Giuseppe II che soppresse numerosi ordini religiosi, nel 1775 i frati abbandonarono il convento che venne donato all’Ospedale Maggiore ed ingrandito su progetto dell’architetto Faustino Rodi.

Quasi contemporaneamente (1787), nelle vicinanze del convento francescano, venne realizzato, sui bastioni delle mura da Porta Ognissanti a Porta San Luca, un tratto alberato per le passeggiate dei cittadini e che venne, appunto, chiamato “Pubblico Passeggio”. Nella zona antistante l’ospedale erano stati sistemati dei padiglioni ad uso caffè e due aree di sosta con panchine e lampioni: il “Baluardo dell’Ospedale” ed il “Baluardo della Musica”, dove si tenevano concerti all’aperto.

Fu creata in questo modo un’attrattiva per i cittadini che fino ad allora avevano considerato la zona come periferica e poco degna di interesse.

Successivamente, anche l’area destinata ad orto subì alcune trasformazioni diventando un giardino per lo svago dei convalescenti dell’ospedale e dei ricoverati all’interno del manicomio (Robolotti, 1851). Altre fonti confermano che il terreno era diviso in più appezzamenti chiamati “giardino dei convalescenti”, “giardino dei tubercolotici” e “giardino delle sifilitiche”, a seconda della tipologia dei frequentatori.

Durante la seconda metà dell’Ottocento, il cosiddetto “giardino dei convalescenti”, separato dagli altri due, venne trasformato e sistemato “all’italiana”.

Alcune polemiche iniziarono nel 1882, quando l’amministrazione dell’Ospedale, a causa di problemi economici riguardanti aspetti di manutenzione, fece richiesta al Comune di Cremona di essere unito all’Ospedale Ugolani Dati, assai più ricco di risorse ma attrezzato per pochi degenti. Solo nel 1905 la questione venne in parte risolta grazie ad alcune donazioni finalizzate alla ristrutturazione dei due ospedali.

I progetti di ripristino, insieme a modifiche sostanziali (quali l’interramento dei bastioni del Vecchio Passeggio, la chiusura al traffico della parte finale di Via Gioconda e l’ingrandimento dell’area verde), prevedevano di demolire l’Ospedale Maggiore e di ricostruirlo nello stesso luogo o in un’altra zona della città. Ci vollero anni per trovare un accordo: nel 1912 venne interrato il bastione e sostituito con l’attuale viale Trento e Trieste, mentre solo nel 1924 iniziarono i lavori riguardanti l’Ospedale.

Nel 1929 la chiusura di Via Gioconda permise un ampliamento del giardino che assunse le dimensioni che ancora oggi lo caratterizzano.

Le vicissitudini dell’Ospedale Maggiore e del suo giardino continuarono nel secondo dopoguerra con la necessità di una ristrutturazione e sistemazione definitive: si decise di spostare tutto il complesso ospedaliero fuori dalla città e di destinare l’area lasciata libera ad attività edilizie. Fortunatamente, nel 1971 l’area fu sottoposta a vincolo sulla base della legge n. 1089/39, in modo che non si potessero effettuare cessioni né frazionamenti.

Quando il Ministero della P.I. cedette l’area al Comune di Cremona, in poco tempo vennero deliberati alcuni interventi, quali la demolizione degli edifici non più utili e funzionali e che non avessero pregio storico o artistico, la risistemazione dello spazio verde tramite potature degli alberi, pulizia del sottobosco e piantumazione di nuove essenze. Fu approvata anche l’apertura di quattro nuove entrate, la risistemazione e l’apertura di nuovi vialetti, la creazione di una rete idrica e la messa a punto di quella fognaria, in modo da rendere più agevole per i cittadini la fruizione di tutta la struttura.

Terminati i lavori, nel 1973 il Parco del “Vecchio Passeggio” venne inaugurato e aperto al pubblico.

Il Piano Regolatore del 1979 affrontò nuovamente il problema di come utilizzare tutta l’area, che nell’insieme, occupava una vasta superficie. Vennero dunque introdotti alcuni elementi di novità, tra i quali la destinazione di molte parti del territorio a uso pubblico e soprattutto a verde, nell’intento di migliorare le condizioni di vita dei cittadini e, in particolare, di arginare il degrado ecologico.

Giacché gran parte dell’area dell’ex Ospedale Maggiore è oggi di proprietà pubblica, l’Amministrazione Comunale ha avuto modo di inserirvi dei servizi che contribuiscono alla riqualificazione ambientale ed al miglioramento della qualità della vita nella città.

Sul muro di cinta ammiriamo una Madonnina, affrescata da un ammalato, in seguito ridipinta dal pittore cremonese Bernardi, famoso per le tele delle nebbie sul Po.

Nel 2002, l'Amministrazione affida la riqualificazione di questo importante spazio pubblico all'Arch. Andreas Kipar, in quanto si presentava in condizioni di parziale degrado, in particolare per quanto riguarda il patrimonio arboreo ed arbustivo, allo scopo di salvaguardare il giardino storico e valorizzare la sua funzione ricreativa e naturalistica, restituendolo alla cittadinanza.

La riqualificazione del giardino ha permesso di conservare e migliorare il patrimonio biologico presente, in particolare quello vegetale e di conseguenza quello faunistico.

L'elevato valore di biodiversità del luogo, testimoniato dalla presenza di numerose specie di specie arboree, altrettante specie arbustive e una notevole presenza faunistica, che ha trovato un habitat ideale nelle cavità dei tronchi delle piante deperienti e nelle ampie fronde protettrici dei grossi alberi monumentali, è il valore che ha guidato il progetto di riqualificazione.

E' stato applicato un approccio conservativo al disegno storico del giardino, nel rispetto delle peculiarità del luogo e della convivenza delle tracce dei momenti storici che hanno caratterizzato la vita del luogo oltre che un occhio alla rifunzionalizzazione attraverso l'individuazione ed il potenziamento degli elementi caratteristici, il ripristino dei percorsi e degli spazi di socialità.

Le specie botaniche scelte per gli interventi di riqualificazione e restauro del giardino sono coerenti con quelle già presenti da tempo al suo interno, quali ad esempio: Magnolia grandiflora, Tilia platyphyllos, Quercus robur, Celtis australis, Populus nigra var. Italica, ecc..

Nelle aree centrali sono state principalmente integrate le specie già esistenti e, in misura minore, aggiunte alcune nuove di valore ornamentale ed estetico (per fioriture vivaci e fogliame autunnale colorato). Si è inoltre privilegiata la creazione o la valorizzazione di aperture visuali in modo da percepire le relazioni spaziali tra i soggetti arborei e gli elementi architettonici e morfologici del giardino, caratterizzato da movimenti di terra e percorsi sinuosi, articolati e distribuiti in tutto il parco, nel rispetto del disegno originale, con la formazione di una pavimentazione in calcestre.

Sono state inoltre ripristinate alcune delle sedute e delle aree di sosta attraverso l'inserimento di nuovi elementi di arredo congrui con il progetto di riqualificazione del giardino.

Cittadella dei servizi alla persona
La palazzina situata nel Parco del Vecchio Passeggio, già sede del Museo di Storia Naturale, è stata trasformata nella Cittadella dei servizi alla persona e dedicata Giorgio Sozzi (1940 - 2012), fondatore del Kodokan Cremona. Viene così reso omaggio ad un grande campione dello sport cremonese che, dal 1984 e fino a che lo condizioni di salute glielo hanno permesso, si è speso con grande abnegazione per affermare l'utilità del judo nell'area del disagio e della disabilità, rivolgendo in particolare la sua attenzione ai disabili psichici.

La palazzina è un immobile di proprietà del Comune che è stato assegnato a 9 associazioni che operano nell'ambito dei servizi alla persona: ANFFAS - Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali; LAE e LAE DUE - recupero delle abilità cognitive di base, sviluppo delle autonomie sociali e delle capacità socio-relazionali; Gruppo Articolo 32 - Assistenza medica gratuita a immigrati e italiani senza tessera sanitaria; A.I.S.L.A. - Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica; Di.Di.A.Psi. - Difesa Diritti Ammalati Psichici; ARCO - Associazione Ricerca in Campo Oncologico; La Tartaruga - Associazione Cremonese Parkinson e Disturbi del Movimento, Telethon, associazione che promuove ed organizza eventi di divulgazione scientifica e iniziative di raccolta fondi a favore della ricerca scientifica; A.I.D. - Associazione Italiana Dislessia.

Intitolazione a Giorgio Sozzi

Nato a Cremona nel 1940, Giorgio Sozzi si diploma come ragioniere e si laurea poi in Economia e Commercio all'Università Cattolica di Milano. Si accosta al judo nel 1960, dopo alcune esperienze nel pugilato. Si cimenta nell'attività agonistica con discreti risultati, ma, costretto a fermarsi a causa di un incidente automobilistico nel 1963, si scopre ben presto portato all'insegnamento. Nel 1967 raggiunge la cintura nera e nel 1971 fonda la sua scuola, il Kodokan Cremona, che nel 1977 si afferma tra le prime venti società italiane per meriti agonistici.
Nel 1981 è Presidente del Comitato Regionale Lombardo di judo, nel 1984 Consigliere Federale Filpj (Federazione Italiana Lotta Pesi Judo, oggi divenuta Fijlkam -Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali). Ben presto rinuncia alla carriera lavorativa per dedicarsi interamente al judo. Si occupa tra l'altro di numerosi servizi giornalistici per la Federazione.
Smessi gli incarichi nella Federazione, dal 1989 è Direttore Responsabile di Athlon (il periodico della Fijlkam, nel frattempo continua a collaborare con le riviste Samurai e Sportivo, per quanto concerne i servizi giornalistici e fotografici di judo.
Dal 1984 si spende con successo e numerose energie per affermare l'utilità del judo per le persone con disabilità; in particolare rivolge la sua attenzione al judo per i disabili psichici. Sozzi moltiplica e consolida esperienze con l'Anffas di Cremona, i centri socio educativi di Cremona e Regona, varie cooperative del cremonese ed organizza convegni sul judo per disabili.
Nel 2004 è referente per l'Italia presso l'Uej (Unione Europea Judo) per il judo disabili. Dal 2010 è presidente della commissione nazionale judo disabili. Dalla fine degli anni Ottanta lavora anche per affermare la valenza educativa del judo in ambito scolastico, collaborando attivamente ed in modo organico con moltissime scuole elementari e medie di Cremona e provincia. Nel 1988-89 attiva un corso di judo per gli studenti Isef a Brescia. Tra il 2000 ed il 2004 collabora con il Comune di Cremona per lo sviluppo di un progetto europeo (Mus-E) che implica l'insegnamento del judo e delle arti marziali nella scuola elementare durante l'orario curricolare.
Dal 1994 si accosta al tai ji quan e da subito si interessa alla diffusione della disciplina per bambini, adulti e anziani oltre che per disabili psichici. Dal 1999 al 2003 è consigliere della Fiwuk (Federazione Italiana Wu-shu Kung-fu). Cintura nera 8° dan, Maestro Benemerito, presidente e direttore tecnico della Scuola di Judo Kodokan Cremona, è anche delegato Fijlkam per la provincia di Cremona.
Tra le sue pubblicazioni: Impariamo il judo, libro didattico per bambini e ragazzi che si accostano al judo, giunto alla 19° edizione; Ezio Gamba: nato per vincere; Alfredo, Giuseppe, Giorgio Vismara; Ragazzi Difficili? (due edizioni), reportage dell'esperienza con i diversamente abili, Didattica di I e II livello, studi didattici per un approccio tecnico al judo agonistico.
Nel marzo 2012, anche se già minato da una lunga malattia, organizza la celebrazione del 40° anniversario di fondazione della sua creatura judoistica, il Kodokan Cremona. Nei giorni seguenti riesce a terminare il suo ultimo libro "Kodokan Cremona, l'avventura continua". Giorgio Sozzi si spegne il 23 aprile 2012, nella Casa di Cura San Camillo, assistito dai figli Ilaria e Andrea.