Il sindaco Andrea Virgilio e la Giunta hanno incontrato il vescovo Napolioni

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L'incontro della Giunta con il Vescovo

Il senso di comunità, l’ascolto, la prossimità. Questi i temi che hanno aperto il primo incontro ufficiale tra il vescovo di Cremona Antonio Napolioni e la Giunta comunale, accompagnata dal segretario generale Gabriella Di Girolamo, oggi ricevuta in Curia per un momento di conoscenza e dialogo. Al centro le azioni e i progetti, ma soprattutto la visione, che il sindaco Andrea Virgilio e gli Amministratori hanno voluto per la città e per le sue comunità per prossimi anni. Partendo da una linea comune: la prossimità, sfida che le amministrazioni hanno davanti ma che, al tempo stesso, è anche la parola chiave del cammino sinodale che si sta vivendo all’interno della Chiesa italiana.

Uno degli errori che a volte come comunità cristiana commettiamo – ha osservato mons. Napolioni nel suo saluto – è quello di coltivare una nostra prossimità interna e non una inter-prossimità tra culture, comunità e sensibilità. La prossimità deve avere dei soggetti che si fanno prossimi: per questo vostro compito e nostra missione è cercare di alimentare una cultura della democrazia e della partecipazione, vista come una chiamata ad aver cura dell’altro, della città, dei suoi spazi e dei quartieri».

Esortazione e indirizzo subito raccolti dal sindaco: «Siamo all’inizio di un percorso – ha detto Virgilio – da adesso in poi si parte, con coerenza rispetto a quanto promesso ai nostri elettori e in generale a tutti i nostri cittadini. Questi primi tre mesi e mezzo di mandato sono stati una fase di ascolto della città, con le sue complessità e i suoi contesti comunitari, e questi momenti devono e dovranno sempre avere alla base delle interlocuzioni spontanee e delle relazioni quotidiane, le stesse che dobbiamo difendere e costruire anche fuori dai palazzi e dalle sedi istituzionali. Le sfide che condividiamo anche con voi sono tante e tante sono le sensibilità in comune. Noi abbiamo impostato le nostre scelte rimarcando un approccio che sarà quello di ripartire dall’essenziale su tanti ambiti, compreso il funzionamento della macchina amministrativa, che deve essere veloce e ancora più efficiente nel rispondere ai bisogni dei cittadini».

Condivisa anche dagli assessori la necessità di ritrovare un dialogo con quella fascia di popolazione che non partecipa alla vita della comunità ed è più difficile da coinvolgere attraverso percorsi di partecipazione: «Abbiamo il tema di una zona d’ombra che esiste anche nella nostra città e nella quale non si riesce a entrare: persone – ha proseguito il Sindaco - che non si riesce a intercettare, e penso anche ai giovani che spesso faticano a costruire rapporti e ad uscire dal contesto domestico. Penso alla difficoltà del mondo del volontariato e delle associazioni nel trovare persone che si mettano in gioco e mettano il loro tempo a disposizione non per se stessi, ma per qualcosa di più alto. La sfida che abbiamo dunque è intercettare queste persone, offrendo loro un orizzonte, nelle tante sedi che la società civile e la comunità cristiana con i loro esempi e le loro esperienze offrono: dalle scuole alle associazioni, dagli oratori ai comitati di quartiere, dalle società sportive alle microcomunità che nascono e lavorano per fare rete e generare un’onda di democrazia e di partecipazione senza le quali noi amministratori, pur con il coraggio delle nostre scelte, potremmo poco».

Per la Diocesi di Cremona, insieme a monsignor Napolioni, erano presenti il vicario generale mons. Massimo Calvi, don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la pastorale e il clero, don Pietro Samarini, vicario per la Zona pastorale 3, don Federico Celini, coordinatore Area Cultura e Comunicazione, don Maurizio Lucini, coordinatore Area Servizio, il Direttore di Caritas Cremonese don Pierluigi Codazzi ed Eugenio Bignardi, responsabile Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro.

Durante l’incontro sono poi seguiti gli interventi degli assessori che hanno toccato e condiviso molti altri aspetti, partendo dal sociale per arrivare alla sicurezza e al disagio giovanile, che richiede in risposta un approccio trasversale. Temi ampi e complessi per cui non mancheranno in futuro altre occasioni di confronto tra istituzioni impegnate per il bene della comunità.

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