Si è riunito oggi pomeriggio il primo Consiglio comunale a seguito delle elezioni amministrative del 9 e 10 giugno e del successivo turno di ballottaggio del 23 e 24 giugno scorsi. La seduta è stata presieduta, come previsto dallo Statuto, dal consigliere anziano, per cifra elettorale, Roberto Poli che ha espresso le congratulazioni a tutti gli eletti e al sindaco Andrea Virgilio auspicando una lavoro di collaborazione per il bene comune.
Dopo l'appello da parte del segretario generale Gabriella Di Girolamo, sono stati elencati i consiglieri che subentrano ai quattro dimissionari in quanto nominati assessori: Simona Frassi (Partito Democratico), Carlo Giussani (Partito Democratico), Mattia Gerevini (Partito Democratico) e Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona Energia Civile). A seguire, con voto unanime, vi è stata la covalida, a seguito dell'esame della condizione di incandidabilità, ineleggibilità e di incompatibilità, del sindaco e dei consiglieri comunali eletti.
Successivamente il presidente provvisorio del Consiglio comunale ha passato la parola al sindaco Andrea Virgilio che, dopo avere indossato la fascia tricolore, ha giurato di osservare lealmente la Costituzione Italiana. Dopo il giuramento il sindaco ha pronunciato il seguente intervento:
Rivolgo un saluto alle cremonesi e ai cremonesi, alle persone qui presenti che stanno seguendo questa seduta; un saluto ai cremonesi di nuova generazione che contribuiscono ad arricchire la vita sociale e civile; un saluto ai consiglieri in particolare agli under 30 che dovranno aiutarci a guardare la città con i loro occhi, con le loro sensibilità e con i legami che hanno con altri giovani del territorio. Cremona dovrà sempre più essere una città aperta, aperta ai diritti, all'innovazione, al confronto fra visioni e culture diverse, una città forte dei suoi valori antifascisti, che ha dato il contributo di tante vite alla Guerra di Liberazione. Una città aperta perché è città della pace, contraria ad ogni forma di violenza e prevaricazione, città che lavora per una convivenza più giusta, che guarda ai più deboli, ai diritti sociali, a quelli civili e alla loro evoluzione e che costruisce occasioni di dialogo e di confronto.
Apriamo questa consiliatura lasciandoci alle spalle anni importanti per la nostra città. Voglio esprimere il mio primo pensiero alle vittime della pandemia, ai loro familiari, a quell'esercito gentile e silenzioso fatto da operatori sanitari, da volontari, medici, educatori e da cittadini che in quei giorni hanno espresso il meglio di Cremona. Il tema della salute non può e non deve essere collocato in una parentesi temporale, in una delle tante rimozioni che ci colpiscono: nei prossimo anni anche questo consiglio e i loro rappresentanti saranno chiamati ad affrontare questi temi, a fornire indirizzi alla giunta, a sollecitare la stessa affinché rappresenti le esigenze della nostra città verso gli enti a noi sovraordinati, affinché si possa in qualche modo trasformare in politiche pubbliche la sofferenza di quei mesi, il dolore di un'intera collettività.
In noi troverete sempre un riferimento istituzionale che mette al centro le esigenze del territorio, le sue richieste, con uno spirito di collaborazione con l'intero consiglio nella consapevolezza che il territorio non ha colori politici, il territorio ha invece richieste che tutti, all'interno del proprio ruolo e delle proprie rappresentanze politiche possono contribuire a realizzare. Questo deve essere in generale l'approccio corretto anche nel rapporto fra maggioranza e opposizione: dobbiamo essere consapevoli che tanti nostri concittadini non hanno voluto esprimere il loro voto, la maggioranza dei cremonesi al ballottaggio non si è recata alle urne e questo Consiglio comunale, dunque, non è espressione di tutti i cittadini di Cremona, come non lo è il Sindaco.
Il nostro compito dovrà essere quello di interpretare i bisogni di tutti, farlo nel rispetto dei nostri programmi, farlo nel merito delle questioni, farlo oltrepassando recinti di autoreferenzialità che spesso infliggono chi pensa già di avere verità e soluzioni. Non importa da che parte saremo e sarete. Ci saranno sicuramente delle occasioni in cui ci troveremo schierati su posizioni diverse, ma ciascuna delle parti rispetterà l’altra, se il confronto sarà leale e soprattutto costruttivo per il bene della città. Non solo noi dobbiamo essere orgogliosi di rappresentare i cittadini, ma dobbiamo fare in modo che siano i cittadini ad essere orgogliosi del nostro impegnoi: questo è l'unico modo per contrastare l'astensionismo. Essere noi stessi, orgogliosi delle nostre culture politiche, delle nostre appartenenze, sensibilità, accompagnarle dentro alla carne viva dei problemi, farla scendere dai piedistalli dell'astratto.
Non servono melasse, non servono accordi tattici, serve politica locale, serve lavorare insieme quando condividiamo battaglie comuni e serve anche la contrapposizione fra di noi se non siamo in sintonia. Serve ascolto, ascolto delle ragioni degli altri, delle nostre, di quelle dei cittadini singoli e dentro alle variegate forme di organizzazione sociale. Serve la scelta, perché noi siamo qui per assumerci la responsabilità di decidere, consapevoli che non sempre questo comporta unanimità, ma spesso genera divisioni e contrasti. Serve allora farlo nel miglior modo possibile, nel metodo, dentro a un percorso aperto, nel confronto istituzionale, nel rapporto schietto con i portatori di interesse e con la cittadinanza. In un'epoca in cui prevale la deriva della disintermediazione, diventa fondamentale il confronto e la valorizzazione degli organismi intermedi che oggi più che mai esercitano una funzione importante di rappresentanza dei diversi corpi sociali. Accanto a questo non rinunceremo al confronto diretto con imprenditori, artigiani, commercianti, con professionisti, con lavoratori, un'amministrazione non si muove soltanto nell'alveo della rappresentanza ma anche e nel confronto diretto con le persone.
La città ha bisogno di concretezza: in questi mesi stiamo dando realtà ai cantieri del PNNR, nonostante le tante difficoltà, il rapporto con le imprese, le loro criticità nel reperire il personale, il rapporto con i Ministeri, spesso farraginoso, nonostante un governo che taglia le risorse ai comuni e lo fa colpendo i comuni virtuosi. Dentro a questo percorso ad ostacoli i comuni italiani e Cremona in prima linea stanno realizzando cose importanti: case popolari, scuole per i nostri bambini, parchi, spazi per i giovani, per la musica, piazze, nuove zone pedonali, nuovi bus elettrici.
Il PNRR non è solo una questione ragionierisitica, di importi, sigle e rendicontazioni: le opere del PNNR sono servizi ai cremonesi, alle famiglie cremonesi, ai pendolari cremonesi, ai lavoratori cremonesi, ai giovani cremonesi. Non sono una prerogativa di chi governa, ma richiedono una presa in carico trasversale a tutte le forze politiche soprattutto quelle rappresentate in questo consiglio. Una città viaggia su due binari: il primo è quello della visione, perché occorre dotarsi di una strategia, di progetti in grado di dare respiro alla comunità. Dall'altra occorre attenzione alla quotidianità, alle pratiche di ogni giorno e come amministrazione dobbiamo dare stabilità ad entrambe le traiettorie: presente e futuro, perché l'attenzione alle persone la si garantisce dentro a spazi temporali diversi.
Consentitemi un ringraziamento alla mia Giunta. Desidero qui ringraziare gli assessori che ho scelto dentro alla mia coalizione, che hanno mostrato sin dalle prime ore un grande impegno e una forte consapevolezza del ruolo. Ora dobbiamo amalgamare la squadra, non tanto sulla base dei contenuti, ma dei caratteri, degli stili; dobbiamo conoscerci non per omologarci ma per comprenderci. Una squadra è fatta di persone e questo deve uscire all'esterno: ho voluto una Giunta politica, nel senso di un pieno rispetto del ruolo di indirizzo che abbiamo dentro al rapporto con le lavoratrici e lavoratori che operano in questo Ente e che abbiamo al di fuori con l'intera città e il nostro territorio.
Un ringraziamento infine alla Giunta uscente, al lavoro importante che ha svolto per il bene di questa città, al sindaco e amico Gianluca Galimberti, un ringraziamento a Oreste Perri, Gian Carlo Corada, Paolo Bodini e Alfeo Garini, persone che nei prossimi mesi continuerò ad ascoltare, perchè un ruolo di questa portata non si crea dentro a una bolla, ma si alimenta anche grazie al confronto con chi è venuto prima di noi.
I consiglieri, come previsto dallo Statuto comunale, sono stati quindi chiamati ad eleggere, a scrutinio segreto, il presidente e il vicepresidente del Consiglio comunale. Concluse le operazioni di voto, su 33 votanti, il consigliere Luciano Pizzetti (Cremona sei tu) ha ottenuto 22 voti, la consigliera Jane Alquati (Lega) 10 voti, 1 voto il consigliere Riccardo Merli (Fare Nuova Cremona Attiva). Sono dunque risultati eletti presidente il consigliere Luciano Pizzetti, vicepresidente la consigliera Jane Alquati.
Dopo avere salutato il collega Roberto Poli e il sindaco Andrea Virgilio, il consigliere Luciano Pizzetti si è insediato come presidente del Consiglio comunale e, prima di procedere nella conduzione della fase conclusiva della seduta consiliare, ha pronunciato il seguente intervento:
Auguri di buon lavoro a noi, tutti noi. Al Sindaco e alla Giunta in particolare perché, se l’Amministrazione opera con ascolto, determinazione e responsabilità, sarà di certo un bene per l’intera comunità. Ai capigruppo e alle capigruppo perché il loro ruolo sarà prezioso nell’incrementare e nel favorire la buona Amministrazione. Ai consiglieri e alle consigliere di maggioranza affinché alla sensazione di un ruolo di accompagnatori di Giunta reagiscano con la potente volontà della proposta della sollecitazione. Ai consiglieri e alle consigliere di opposizione affinché si impegnino come meglio sappiano fare perché anche da ciò vive e cresce la comunità.
Il Consiglio ha un ruolo d’indirizzo politico amministrativo. L’intero Consiglio è chiamato a svolgere con consapevolezza e coscienza questo ruolo. Vorrei accompagnare questo ringraziamento già chiaro nei proponimenti con pochissime parole dall’intento ancora più netto.
Noi, insieme, dovremmo predisporci all’ascolto di una comunità sfiduciata e sconfitta, non attendere il vento di bufera per vedere le proprie bandiere garrire. Non porta aiuto, non porta soluzioni e fa smottare la sfiducia in delusione e abbandono civico. La delusione è il peggior nemico della vivacità, del desiderio di crescita della comunità. Il fuoco delle polemiche affiora forse, apparentemente, ma mai attrae interesse e partecipazione.
Quel 50% di non votanti colpisce tutti. E’ una grande spia ormai sempre accesa che segnala non disinteresse ma stanchezza, un senso di partecipazione declinante, uno svuotamento delle istituzioni rappresentative. Un progressivo non riconoscersi in esse. E’ la fragilità della comunità che genera la non impotenza delle democrazie locali. Tante persone non si fidano più di noi e di ciò che rappresentiamo.
Non dipende solo da noi, vi sono linee di falda ben più grandi che attraversano la società occidentale con le sue certezze e i ritorni di povertà. Non dobbiamo dimenticarle, perciò ci toccano, dobbiamo contrastarle. La denuncia è una carica esaurita. Il contrasto vuol dire riattivare la Politica. L’ascolto è vitale per cambiare e per tornare a coinvolgere persone riottose, facendole risentire cittadini partecipi e incidenti.
L’ascolto non è funzione governante, tanto meno l’assecondare con la piaggeria del populista. E’ democrazia nella responsabilità, partecipante e decidente.
La delusione democratica è il nostro fallimento politico. Questa consiliatura dovrebbe, per quanto mi riguarda dovrà, ristabilire il senso del riconoscimento comunitario alternativo ad una logica e presuntuoso concetto di Cremonesità.
Dando senso compiuto a ciò che la Politica dovrebbe essere, come lo è stato al nascere della Repubblica dopo la vittoria sul nazi fascismo, la virtù del bene comune prendendo l’abbrivio lontano nei tempi.
Politica non siamo solo noi politici. Noi siamo dei prestatori d’opera secondo la Costituzione. Politica è la società, le tante rappresentanze sociali, le associazioni d’interessi, i portatori di cultura che saranno coinvolti nell’immaginare e costruire il domani. Non puntare il dito, ma tendere la mano. Non annullando la ricchezza delle differenze, ma cercando i punti di contatto.
Questa comunità ha tante ricchezze intrinseche, eppure si sente un bel anatroccolo. Si lamenta perché non conta, ma non si unisce per contare. Da questo consesso può partire una nuova via. Diversità e convergenze, non solo diversità e contrapposizioni. Coinvolgere tutte le rappresentanze istituzionali, regionali e statali, quelle sociali, i portatori d’interesse.
Raggruppare le forze per opporci al rischio di decrescita e declino. Divisi non avremo grande ascolto, né a Roma, né a Milano. Perciò l’opposizione è in qualche modo governante, e la maggioranza deve sentire il dovere della non autosufficienza.
Contrasto dell’inverno demografico e miglioramento della qualità ambientale e sanitaria sono, come si sarebbe detto nel tempo di un’utile stagione politica di cambiamento, le convergenze parallele su cui operare.
Cremona ha grandi potenzialità in essere: università, polo tecnologico, liuteria e musica, un sistema produttivo industriale e agroalimentare di prim’ordine; in divenire: raddoppio ferroviario, potenziamento delle infrastrutture di collegamento viario, nuovo ospedale, messa a terra dei fondi PNRR; da potenziare: Fiera innanzitutto.
Bisogna creare reti tra le città, nel territorio provinciale, avere un rapporto confidenziale con Milano. Cremona non si lagna, non si impone. Costruisce. Nel rispetto delle pluralità, guardando ai programmi questa consiliatura potrà fare qualcosa di importante per il territorio, per la città, per il bene comune, fine ultimo del nostro agire.
Il Sindaco con la legittimazione diretta che gli viene dal voto popolare, la maggioranza con la forza del proprio programma voluto dal voto; l’opposizione, che rappresenta parte considerevole dei cremonesi, con la determinazione ad impegnarsi nel sollecitare, nel proporre, nel contrastare, nel condividere. Tutti con in testa il bene comune di una comunità operosa, che nella storia passata molto ha dato e in quella da scrivere molto può dare.
Concedetemi una considerazione a margine. Nel rispetto dei ruoli, mi sento di sollecitare la Giunta ad una attenzione particolare alla cura dell’habitat cittadino. Questa cura è essenziale per essere orgogliosi di noi stessi come cittadini, per dare senso di tranquillità. Non ci sono grandi cose e piccole cose. Ci sono solo cose importanti per cui lavorare. Di nuovo buon lavoro a tutti noi e in particolare a lei signor sindaco, perché lei ha un bene prezioso per tutti noi: la schiena diritta che non sa di supponenza. Da consigliere le dico conservi questa postura, da amico ti dico conserva questa postura perché tutti abbiamo bisogno di ascolto, di risposte sincere, di chiara assunzione di responsabilità, di sguardo lungimirante.
In conclusione, consentitemi un’unica citazione di una personalità politica a me molto cara pur se ad altri non di un grande italiano. Ricorre quest’anno il quarantesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer. Al suo funerale partecipò l’Italia intera, da Sandro Pertini a Giorgio Almirante. Lui, tra le tante dichiarazioni, insisteva su un concetto: essere conservatori e rivoluzionari. Una contraddizione evidente, ma solo apparente, ovviamente riferita a ben altri. Ma se dovessi dire chi siamo, direi proprio così: conservatori e rivoluzionari. Orgogliosi di una tradizione, ma costruttori del cambiamento. Perchè se è vero che non c’è futuro senza memoria, è pur vero che non c’è memoria che tenga senza speranza.
Questa città ha bisogno di prospettive, di futuro, di innovare per crescere, senza lasciarsi persone ai margini. Noi dovremo essere mediatori di futuro perché, come scriveva forse, il più grande poeta e scrittore tedesco all’inizio del secolo scorso: “il futuro entra in noi per trasformarsi in noi, molto prima che succeda” (Rainer Maria Rilke – Lettere ad un giovane poeta).
Anche la vicepresidente Jane Alquati, su invito del collega, ha tenuto un intervento nel quale, tra l'altro, ha sottolineato il rammarico per la scarsa affluenza al voto nelle ultime elezioni amministrative, nonché l'importanza dell'ascolto dei cittadini invitando il sindaco a farsi garante di questo.
Il sindaco, così come stabilito dallo Statuto del Comune, ha poi presentato gli assessori da lui nominati elencando nel dettaglio le deleghe assegnate a ciascuno di loro.
Infine, a scrutinio segreto, il Consiglio comunale, in base alla normativa, ha provveduto all'elezione della Commissione elettorale comunale (il sindaco non ha partecipato a tale votazione come previsto dalle vigenti disposizioni). Sono risultati eletti, quali componenti effettivi per la maggioranza i consiglieri Rosita Viola, Mattia Gervenini, per la minoranza la consigliera Rosaria Compagnanone, come componenti supplenti i consiglieri Andrea Segalini, Eleonora Sessa per la maggioranza, Cristiano Beltrami per la minoranza.
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