Patrimonio culturale e territorio. Cremona: il percorso di una città e le sfide della contemporaneità

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Tavolo relatori Convegno Liuteria - PH Andrea Lavalle

Si è tenuto oggi, nell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - Campus di Cremona, l’incontro Patrimonio culturale e territorio. Cremona: il percorso di una città e le sfide della contemporaneità, un seminario organizzato nell’ambito del Piano di Salvaguardia del Saper Fare Liutario tradizionale cremonese, che dal 2012 è registrato come parte del patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO.

Dopo i saluti istituzionali, con un video intervento di Magda Landry, direttrice dell’Ufficio UNESCO per la scienza e la cultura in Europa, che ha sottolineato quanto sia fondamentale il ruolo del Piano di Salvaguardia e delle comunità patrimoniali nel mantenere vivo il patrimonio immateriale, e un intervento del Comune di Cremona, al seminario hanno partecipato ospiti internazionali, legati alla dimensione UNESCO della valorizzazione e della trasmissione del patrimonio, docenti e professionisti, invitati a descrivere valori e itinerari di ricerca tra immateriale, contemporaneo, culture e policy di sviluppo; a introdurre e coordinare il dialogo è stato Stefano Salis, del Sole 24 Ore.

L’incontro ha messo in luce gli asset fondamentali per la costruzione di un futuro sostenibile che riesca a far dialogare arte, storia, turismo e artigianalità, nell’ottica di proseguire le relazioni e i confronti, anche in una prospettiva sovra locale e internazionale.

La riflessione è iniziata mettendo in evidenza l’importanza della storia della liuteria per capire il presente della città, a partire da comunità, identità e salvaguardia; è poi stato il turno di Liborio Stellino, Rappresentante Permanente d’Italia presso l’UNESCO, per mettere al centro il ruolo fondamentale e universale del patrimonio culturale, chiamando le popolazioni a svolgere un ruolo attivo nel riconoscimento dei valori dell’eredità culturale: Il patrimonio culturale immateriale dell’umanità si conferma anche oggi un veicolo privilegiato tanto di identità e coesione sociale, quanto di inclinazione naturale alla condivisione e al dialogo, valori sempre più urgenti in un’epoca di tensioni e conflitti in preoccupante aumento. È quindi motivo di orgoglio e di speranza essere oggi a Cremona a constatare l’impegno rinnovato e fattivo di una comunità e di un territorio per la salvaguardia, la promozione e la trasmissione alle generazioni future di un patrimonio così unico, apprezzato in tutto il mondo e rappresentativo dell’eccellenza italiana.

Pier Luigi Sacco, professore Ordinario di Economia della Cultura presso Università degli studi Chieti - Pescara, ha illustrato l’evoluzione dei distretti culturali alla prova delle sfide contemporanee; intervento in stretta connessione con quello della professoressa di diritto ecclesiastico italiano e comparato Anna Gianfreda, che si è focalizzata sui cammini religiosi come sviluppo dei territori, un interessante esempio di turismo dell’immateriale.

A seguire il professor Paolo Rizzi, di Economia Applicata e Marketing territoriale, che da anni opera negli ambiti dello sviluppo locale e delle politiche territoriali, economia sociale e turismo; il suo intervento ha messo in evidenza le tappe salienti della trasformazione della città di Cremona anche come meta per viaggiatori attratti da musica, liuteria e cultura. A chiudere il dialogo è stata Noemi Satta, esperta di innovazione culturale e manager strategica, che ha puntato l’accento sulla dimensione relazionale del “laboratorio” Cremona, dove saperi e culture si incontrano per la realizzazione di policy coesive e di sviluppo.

Prosegue così il percorso di riscrittura del futuro di Cremona con una visione lungimirante, innovativa e inclusiva. Capitale internazionale della liuteria da cinque secoli, oggi la città si propone come un ottimo esempio di sinergia tra patrimonio culturale, artigianato, arte e turismo, capace di investire sulla propria comunità di liutai e sulla qualità del loro sapere.

Da tempo, infatti, i principali attori cremonesi hanno puntato sulla cultura come un’occasione per costruire collanti sociali e per pensare a un nuovo tipo di sviluppo, più armonico, più ricco, e in particolare il lavoro degli ultimi anni è stato quello di costruzione di un ecosistema di città che punta sulla ricerca, sulla formazione, sull’incontro tra laboratori di liutai e di ricerca, sulla valorizzazione del patrimonio di sapere e di cultura come occasione di crescita per gli artigiani artisti e per tutti quelli con cui Cremona costruisce relazioni.

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