Sono stati presentati oggi nella cornice di Palazzo Affaitati i dati di affluenza e fruizione del sistema museale della città di Cremona, insieme alla programmazione delle attività previste per il 2024. Luca Burgazzi, assessore alla cultura, ha illustrato la strategia condivisa con il team dei curatori dei musei civici, mirata a valorizzare il patrimonio esistente, dando vita a una vera e propria prassi della manutenzione che punta a curare e restituire.
Nel 2023, i dati di affluenza al sistema museale registrano una crescita che riporta agli ingressi pre pandemia, grazie alla progettazione di momenti dedicati a raccontare, condividere e ri-attualizzare i numerosi tesori della città. “Il pensiero condiviso con i curatori del sistema museale, ormai all’inizio del mio incarico, è stato quello di raccontare e rendere vivo il nostro patrimonio culturale, per farci ricordare in maniera collettiva il passato e costruire, nel presente, legami e relazioni con i luoghi e le opere che custodiscono. Per farlo abbiamo iniziato a prenderci cura degli oggetti e degli spazi. Si rincorrono sempre le novità, tutte le narrazioni ruotano attorno a quello che ancora non c’è; noi abbiamo scelto di fermarci per mettere a posto, riparare, curare, rendere più bello, custodire e restituire il complesso sistema di ricchezze che si cela nei nostri musei. Anche queste azioni rientrano in un sistema di ecologia e sostenibilità delle risorse, a cui si può applicare un concetto di economia circolare esteso alla cultura. Ringrazio quindi i curatori per aver messo a disposizione la propria dedizione, energia e creatività, ma soprattutto per esser riusciti a tracciare questo percorso che ha portato oltre 250.000 visitatori in tutte le strutture del sistema museale”. Così l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi, in conversazione con Massimiliano Tonelli, direttore di Artribune.
Nel 2023, il Museo del Violino registra una crescita del 67% nelle visite rispetto all’anno precedente, mentre il Museo di Storia Naturale, la Piccola Biblioteca, il Museo archeologico, il Cambonino e il Museo civico mostrano complessivamente un aumento di circa 20.000 visitatori; oltre 80.000 visitatori al Polo Diocesano. La provenienza dei visitatori conferma l’interesse del pubblico cittadino e regionale, che frequenta con assiduità gli spazi museali, mentre il circa un 20% del pubblico dei musei civici proviene dalle altre regioni italiane e dall’estero.
Confermando il percorso intrapreso e attuando una vera a propria politica di manutenzione, ciascun museo propone un programma di attività per il 2024 dedicato alla cura e alla valorizzazione dell’esistente, inteso come sistema di opere, luoghi e valori da condividere sia con i cittadini cremonesi sia con i numerosi visitatori che, provenienti da altri luoghi, raggiungono la città per scoprirne il patrimonio. Tra le iniziative in programma si segnala il ritorno, dopo circa 40 anni di assenza, di una pregiata tavola veneziana di primo Cinquecento, donata nel 1894, che troveràdimora nel Museo Civico: si tratta di Trinità e santi, opera realizzata da Giovanni Mansueti. Il reinserimento dell’opera nella collezione, restaurata dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, rappresenta un evento straordinario per una tavola che molti cremonesi vedranno per la prima volta. Non solo, tra aprile e giugno verrà restituita alla Pinacoteca Ala Ponzone anche La Madonna degli anelli, una tavola trecentesca fiorentina donata al museo nel 2014, opera di un pittore orcagnesco e recentemente restaurata. Nel segno della conservazione anche la mostra dedicata a Botticino, 20 anni di restauri, che rivela il rapporto ventennale tra la Pinacoteca Ala Ponzone e la Scuola di restauro di Botticino, con decine di opere mai esposte in precedenza.
Indagine e innovazione scientifica al servizio dei frammenti pittorici da scavo sono al centro della ricerca del Museo archeologico: da una parte proseguiranno, infatti, le indagini diagnostiche invasive e micro-invasive in collaborazione con il Laboratorio ‘Arvedi’ dell’Università di Pavia; dall’altra, grazie al Laboratorio di Visione Artificiale dell'Università di Pavia e il SATIE lab dell'Université Paris-Saclay, sarà possibile portare avanti studi volti a sviluppare algoritmi per la ricostruzione di affreschi danneggiati a partire da foto ad alta risoluzione dei singoli frammenti. A questo scopo verranno prese in considerazione tecniche di elaborazione delle immagini e di machine deep learning. Il Museo Diocesano continua il suo percorso di attualizzazione del proprio patrimonio con l'organizzazione di mostre dal taglio contemporaneo, come la mostra fotografica in collaborazione con il Festival della Fotografia Etica di Lodi, dedicata al fotografo canadese Tim Smith e intitolata In The World But Not Of It, già inaugurata a inizio febbraio; al Diocesano anche la mostra monografica dedicata ai lavori dell’artista cremonese Giorgio Palù, attesa quest’estate, tra maggio e giugno 2024.
Il Museo del violino, custode e garante del patrimonio musicale cittadino, si impegna a favorire la crescita e la formazione delle eccellenze in ambito musicale: si ricorda la XVII edizione del Concorso Triennale di Liuteria Antonio Stradivari (26 settembre - 13 ottobre) e la prima edizione del Premio internazionale esecuzione violinistica “Città di Cremona” (3-9 giugno 2024). La musica e i giovani talenti animano anche una delle attività del Museo di Storia Naturale, grazie a Quando il suono diventa musica, in collaborazione con il Liceo Scientifico "G. Aselli", oltre ad attività convegnistiche di rilievo nazionale. Rispettando la propria connotazione popolare, il Museo Cambonino propone un Ciclo di concerti del "Gruppo di Canto popolare di Cremona".
La strategia condivisa prevede anche l’apertura sempre più frequente dei musei alla città per occasioni extra espositive, sottolineando l’importanza del tornare ad abitare luoghi che sono prima di tutto palazzi e spazi di incontro della storia cittadina. In questo contesto si ricordano i numerosi incontri e attività organizzati dalla Piccola Biblioteca, che ha sede nel Museo di Storia Naturale, ormai affermata come realtà educante, capace di mettere in relazione gli spazi del museo con il pubblico dei giovani lettori, che imparano così a frequentarlo e conoscerlo. Lo stesso vale per la cascina sede del Cambonino, riconosciuto prima di tutto come luogo familiare che custodisce un pezzo di storia collettiva. Allo stesso modo, i mosaici del Museo archeologico sono la cornice di tanti incontri letterari che possono così godere di uno spazio unico nel suo genere.
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