Definizione di un'agenda comune delle politiche di welfare da parte dei Comuni del territorio Cremonese e Casalasco anche in vista del nuovo Piano di Zona 2018-2020, ormai alle porte. Questo l'obiettivo principale dell'incontro tenutosi nel pomeriggio di ieri, nella sede del Comune di Torre de' Picenardi, presenti sindaci ed amministratori dell'Ambito distrettuale cremonese, che comprende 47 Comuni, e dell'Ambito distrettuale casalasco del quale fanno parte 20 Comuni.
Un momento di confronto e di costruzione importante preceduto da un lavoro di prospettiva comune, iniziato alla fine dello scorso anno, e che, a gennaio, ha visto l’approvazione di un Protocollo da parte del Comune di Cremona, del Consorzio Casalasco Servizi Sociali (Concass) e dell'Azienda Sociale Cremonese (ASC).
Si è così giunti alla fase operativa per concretizzare gli impegni contenuti nell'accordo.
Mauro Platè, Assessore al Welfare di Comunità del Comune di Cremona, all'apertura dell'incontro svoltosi a Torre de' Picenardi ha dichiarato "Il protocollo di intesa tra Azienda Sociale e Concass è frutto di una riflessione condivisa sulle prospettive territoriali dell'organizzazione dei servizi sociali ed è il presupposto per una programmazione che deve mirare ad una omogeneità di servizi non solo in un ambito sovra-comunale, ma anche sovra-distrettuale. Lo scorso gennaio il Comitato Esecutivo dell’Ambito Cremonese ed il Comitato Ristretto dell’Ambito di Casalmaggiore hanno definito un crono-programma volto ad allineare i piani operativi delle aziende erogatrici di servizi, ora deve instaurarsi un meccanismo per la condivisione delle scelte strategiche tra i due Comitati in materia sociale e socio-sanitaria".
Filippo Bongiovanni, Sindaco di Casalmaggiore, ha sottolineato che “in questo momento storico la collaborazione fra enti è decisiva per garantire servizi ai cittadini. Consorzio Casalasco e Azienda Sociale hanno cominciato a cooperare, ognuno mettendo a disposizione le proprie competenze migliori. Con l’obiettivo di assicurare qualità elevata del servizio e risparmi di risorse economiche, a beneficio degli enti e soprattutto delle comunità locali”.
“Questi sono processi a cui guardare con attenzione ed interesse. Un territorio che si riorganizza di fronte ai cambiamenti in corso, è sicuramente un’opportunità positiva per tutti, in termini di qualità dei servizi e di visione comune del futuro”, ha detto a sua volta il Presidente della Provincia Davide Viola.
Sono quindi intervenuti Ennio Cagnazzo, presidente del Consorzio Casalasco Servizi Sociali, e Giuseppe Tadioli, presidente dell'Azienda Sociale Cremonese.
Dal canto suo, il Direttore di Concass e ASC Katja Avanzini ha proposto una possibile traccia di sviluppo e di qualificazione del lavoro sociale per i prossimi mesi.
Il Protocollo approvato a gennaio, infatti, ha già dato i primi frutti significativi: innanzitutto una direzione condivisa, quale primo passo per un allineamento degli strumenti di lavoro e di programmazione, quindi un'armonizzazione degli strumenti di lavoro per ottimizzare interventi e capacità di risposta al cambiamento in corso nei nostri territori.
Ora è il tempo di un impegno in prima persona da parte dei Sindaci sui progetti ritenuti più significativi.
Durante la riunione è stato in particolare approfondito il contenuto di un allegato operativo del Protocollo approvato a suo tempo, che prevede obiettivi e tappe del lavoro da fare insieme.
Hanno poi preso la parola Sindaci ed Amministratori dei due territori sulle principali questioni aperte dando vita ad un dibattito di merito che ha ruotato intorno ai temi di maggiore attualità.
Dalla gestione dell’ISEE a livello territoriale agli strumenti di affidamento nel sociale (fra accreditamento, appalto e Nuovo Codice dei Contratti).
Dalle crescenti difficoltà dei piccoli Comuni di fronte alla gestione dei nuovi strumenti di inclusione (SIA e Reddito di Inclusione), che spingono verso forme di intercomunalità con equipe territoriali di Servizio Sociale, fino all’idea di aprire una fase di permeabilità reciproca degli Esecutivi dei due territori, favorendo partecipazione e dialogo comune.
Tutti i partecipanti hanno convenuto sulla necessità che, in una provincia che presenta indicatori di bisogno sociale assai rilevanti, quali i tassi di invecchiamento e di denatalità, sia indispensabile ripensare prospettive di sviluppo economico e sociale proprio a partire dai cambiamenti in atto.
In tale contesto lo sforzo comune dimostrato può rappresentare un elemento di fiducia per il futuro.
Pensare inoltre su scala territoriale le nuove risposte ai cambiamenti sociali in forte collaborazione con il terzo settore e il mondo della cooperazione sociale è una sfida cruciale per ogni prospettiva di sviluppo territoriale.
In questo modo si può agire in modo più efficace sul contrasto alla povertà e l’esclusione sociale, sul tema dei migranti e dei rifugiati, sulle problematiche legate al gioco d’azzardo patologico, così come sulle nuove politiche per l’infanzia, dell’inclusione sociale delle persone con disabilità, nonché sul contrasto alla violenza di genere.
Dal soresinese, al cremonese e casalasco, per giungere sino al basso mantovano la sfida è costruire coesione sociale, fare “comunità”, base di partenza imprescindibile di qualsiasi prospettiva di sviluppo. Questo è infine l'elemento forte emerso dal confronto.
Tipologia | News |
---|---|
Categoria di News |
Mi Interessa | |
---|---|
Io Sono | |
Settore |