Il corretto smaltimento dei rifiuti oltre ad avere una valenza sociale importante rappresenta un aspetto educativo della mensa. Quasi tutte le scuole sono state attrezzate con contenitori per la raccolta differenziata. I bambini imparano come separare i rifiuti. Al termine del pranzo gli alunni imparano a sparecchiare e a rovesciare gli eventuali avanzi nei recipienti per la raccolta differenziata (umido, carta, plastica).
Tutti i residui e gli avanzi dei pasti sono raccolti dal personale Camst.
Camst provvede durante la pulizia alla raccolta in sacchi separati per plastica, umido per eventuale materiale a perdere, utilizzato durante la consumazione dei pasti. Camst provvede allo stoccaggio ed allo smaltimento dei rifiuti nei cassonetti dedicati alla raccolta differenziata posti all’esterno della sede della scuola.
Gli enti di protezione animale possono richiedere gli avanzi del giorno (compreso il pane) per canili e gattili. La Camst garantisce la massima collaborazione ai volontari degli enti.
Il cibo integro e non consumato non può in nessun caso essere riutilizzato dal servizio di ristorazione scolastica, ma può essere destinato a scopi benefici.
Il personale Camst garantisce infatti la collaborazione con organizzazioni non lucrative ad utilità sociale per l’applicazione della legge 155/2003 “legge del buon samaritano” che consente e disciplina la distribuzione gratuita delle eventuali porzioni di cibo non consumate, a fini di solidarietà.
Questa legge permette a tutte le ONLUS che operano a fini di solidarietà sociale, di recuperare gli alimenti ad alta deperibilità rimasti invenduti nel circuito della ristorazione organizzata (o della grande distribuzione) e di distribuirli ai bisognosi.
Lo scopo della Legge è di incoraggiare e facilitare il recupero di cibo e di prodotti alimentari ancora perfettamente commestibili, il cui unico svantaggio è quello di avere perso valore commerciale e di essere quindi esclusi dal mercato tradizionale.
Allo stesso tempo la legge vuole promuovere l’autoresponsabilizzazione dei soggetti decisi a farsi coinvolgere nell’attività di recupero, con la consapevolezza dell’elevata deperibilità del cibo ritirato e della delicatezza dei rapporti con i destinatari che sono spesso indeboliti e dalla salute precaria.