Da dove nasce il progetto

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Benessere in città è un progetto cofinanziato dal Comune di Cremona e dalla Regione Lombardia che nel 2004 ha scritto una legge per promuovere e sostenere economicamente la produzione e attuazione dei piani territoriali degli orari delle città, regolamentati dalla legge nazionale 53/2000.

Legge 8 marzo 2000, n. 53
La legge dell'8 marzo 2000, "Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città", riguarda i congedi parentali e i tempi delle città.
I congedi parentali dal lavoro sono nuove modalità che consentono l'astensione dal lavoro e la flessibilità per migliorare la vita familiare, sostenere l'educazione dei figli, il diritto alla cura e la formazione personale.
I tempi della città invece rinnovano come valori i tempi di vita, gli orari di lavoro, i tempi di cura e di relazione nello spazio urbano e propongono agli enti locali nuovi strumenti: i Piani territoriali degli orari.
I Comuni con più di trentamila abitanti adottano un Piano territoriale degli orari e ne individuano un responsabile, che partecipa alla conferenza dei dirigenti. Il Piano, approvato dal Consiglio comunale, è articolato in progetti relativi al funzionamento dei diversi sistemi orari dei servizi urbani e alla loro graduale armonizzazione e coordinamento. Il Piano agisce attraverso tavoli di lavoro collettivo multipartner.

Il Comune di Cremona ha un Piano territoriale degli orari e un Ufficio tempi da sei anni.
Il progetto Benessere in città: muoversi nei tempi di una città sostenibile sviluppa le strategie della politica del Piano territoriale degli orari di Cremona: Mobilità lenta e veloce in reti di quartieri e percorsi per cittadini e ospiti (Consiglio comunale di Cremona, Piano degli orari, delibera n. 46, 29/4/1999).

Legge regionale n.28 del 2004

La legge "Politiche regionali per il coordinamento e l'amministrazione dei tempi delle città" della Regione Lombardia dà attuazione alla legge nazionale 53/2000 e promuove l'adozione da parte dei comuni dei piani territoriali degli orari, come strumenti di indirizzo strategico, a livello comunale o sovracomunale, per favorire l'armonizzazione dei tempi urbani.
La legge regionale definisce in maniera innovativa sul territorio un sistema integrato nel quale i diversi attori promuovono il coordinamento dei tempi, le pari opportunità fra uomini e donne, la qualità della vita attraverso la conciliazione dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale, di formazione e del tempo per sé degli abitanti e delle persone che utilizzano un territorio anche temporaneamente.
La legge ha alcuni criteri di attenzione:

  • la mobilità sostenibile di persone e merci;
  • l'accessibilità e la fruibilità temporale dei servizi pubblici e privati;
  • la riqualificazione degli spazi urbani;
  • il coordinamento degli orari dei servizi sul territorio con il sistema degli orari di lavoro;
  • l'uso del tempo per fini di reciproca solidarietà e interesse.

La Regione Lombardia concede contributi ai comuni, anche in forma associata, attraverso bandi annuali finalizzati alla predisposizione e attuazione dei piani territoriali degli orari.