Dopo tanto lavoro, coronato da successi, ma segnato da tanta fatica, un riconoscimento meritato. Il risultato era nell'aria ed è bastata l'occasione del bando della Regione Lombardia sulla legge "Tempi delle città" per portare a casa un sostanzioso cofinanziamento di 200.000 €.
Da tempo l'esperienza maturata e l'elaborazione progettuale sperimentata dal Comune di Cremona sulle politiche temporali urbane, vengono citate e prese come esempio significativo e innovativo dell'azione politica e amministrativa da parte di numerosi Comuni.
Invitata a parlarne in questi anni, sia in Italia e che in Europa, ho personalmente raccolto l'interesse e lo stupore di altre Amministrazioni per il grande investimento di innovazione metodologica e di contenuto dei nostri progetti pilota, dei risultati ottenuti e del confronto costante con i protagonisti delle sperimentazioni, i cittadini e i diversi attori economici, sociali e politici del territorio.
D'altra parte, per riuscire a portare a casa un risultato così importante, e cioè la totalità del finanziamento richiesto, era indispensabile poter contare su un team di professionisti e su strumenti di programmazione politico-amministrativa che il nostro Comune ha voluto costruire nel tempo.
Questo per dire che un progetto così articolato non può nascere all'improvviso per caso.
Nel 1998 il Comune di Cremona, tra l'indifferenza e qualche critica, ha inserito il tema dei "Tempi Urbani" nella propria agenda politica, raccogliendo le sfide che le leggi di riforma delle Autonomie locali degli anni '90 ponevano in termini di innovazione amministrativa.
Quali sono oggi gli interrogativi aperti, ai quali questo progetto può dare risposta?
- Come migliorare la qualità della vita e la qualità dell'aria, agendo sul tempo, quello collettivo, legato agli orari rigidi della scuola, dei servizi, dei trasporti, degli uffici, e quello individuale, legato al proprio tempo?
- Come rispondere ai portatori di interesse che abitano e vivono la città rispetto all'uso degli spazi pubblici nelle diverse ore della giornata?
- Come offrire ai cittadini maggiori opportunità di scelta e di flessibilità nella fruibilità dei servizi?
- Come tradurre il progetto in azioni, utilizzando il tempo per rispondere alla richiesta di maggiore mobilità e per ridurre il conflitto tra la mobilità lenta (pedoni e ciclisti), e quella veloce, fatta di automobilisti sempre più frettolosi ed esigenti?
- Come riconoscere che il tema della conciliazione non è soltanto un "affare di donne", da relegare nella gestione privata del tempo, ma che è una questione pubblica di interesse diffuso, un tema di governo del territorio?
Il progetto "Benessere in città: muoversi nei tempi di una città sostenibile" racchiude e prova a rispondere a tutti questi interrogativi e mette a sistema l'esperienza maturata in questi sei anni di intenso lavoro. Anni nei quali si è fatta ricerca, studio, analisi, sperimentazioni, attuati progetti pilota, costruito reti e partenariati nazionali ed europei.
Ci aspetta un anno intenso, ma proprio per il metodo che ha caratterizzato la costruzione del progetto - fatto di collegialità, di responsabilità condivise ad ogni livello, politico e di direzione dell'Ente e di integrazione di risorse umane ed economiche - sono convinta che i risultati saranno di gran lunga superiori agli obiettivi dello stesso progetto e delle azioni trasversali che animeranno l'intera città.
Infine, strategico è l'investimento fatto da questo Comune in termini di ricerca e di individuazione di nuovi profili professionali che sapessero introdurre concetti linguaggi e metodologie innovative nell'azione amministrativa, in grado di rispondere ai nuovi bisogni della città e alle richieste di benessere dei cittadini.
Un investimento senza il quale oggi non avremmo "portato a casa" questo importante risultato per la nostra comunità.
Caterina Ruggeri
Assessore ai "Tempi e Orari della città"